inalmente, dopo i primi giorni di caldo
afoso, di una estate che non sembrava potesse arrivare, c'è vento da Nord.
Inizia a mezzanotte, so che domani verso le 12 cederà il passo alla brezza di
valle ed allora saranno termiche dure per tutti i fortunati volatori del
Lunedì...
Passo la notte rotolandomi nel letto, pensando a che tipo di percorso potrei
fare. Forse la cosa migliore è un triangolo dichiarato, ho diversi percorsi
pronti: 120, 104, 75 e 40 Km, tutti fattibili (nella giornata giusta...).
Il risveglio non è dei migliori: una serie di cirri sfilacciatissimi dal
vento da Nord mi fa capire che le condizioni termiche della giornata non
saranno delle migliori.
Dopo aver sbrigato alcune commissioni, arrivo in decollo e con orrore vedo un
pilota francese sprofondare sotto la casa del cavallo. Che sia una giornata
così brutta ?
Il caldo è micidiale, la manichetta si tende con la brezza da est per meno di
cinque secondi, poi lascia il posto ad una calma quasi irreale.
Ne approfitto per compilare il modulo della dichiarazione di volo e, dopo
aver strappato cinque diversi percorsi che ogni volta mi sembrano troppo
lunghi, decido per il triangolo: Andrate - Torretta - Bialmosso - Andrate,
magra soddisfazione: solo 40.2 Km.
Rimetto tutti i fogli e la cartina nella cartellina trasparente, faccio le
foto dei moduli, tre per non sbagliare, poi infilo tutto nella tasca del
seggiolino che serve per la tavola di irrigidimento e mi imbrago.
Faccio un pregonfiaggio, ma l'ala si arrotola su se stessa e mi arriva sui
piedi senza nemmeno sollevarsi.
Queste sono le cose che rendono nervoso un pilota esperto, accaldato e pronto
per lottare con termiche turbolente e traversi lunghissimi...
Vestito, come sempre, sudo, sudo e dopo aver rimesso a posto l'ala mi mangio
le unghie in attesa di una folata termica. Nulla da fare: continue raffiche
da est che arrotolano il lenzuolo azzurro.
Riporto un paio di volte l'ala sulla punta del decollo (lungo non più di
15m). Sono teso più di quanto dovrebbe esserlo la manichetta, ormai quasi
rassegnato a fare una planata, sempre se riesco a far salire l'ala e a
decollare con tutti i cassoni aperti !
Finalmente qualcosa mi dice che è il momento buono, gonfio con il vento di
traverso e, dopo alcune peripezie per rimettere nel giusto assetto l'ala, mi
ritrovo a limare le rocce sotto al decollo in una termodinamica inesistente.
Precipito.
Sotto, molto sotto al decollo: mi sono mangiato i primi 200 dei 500 metri di
quota disponibili sull'atterraggio. Mi aggrappo ai freni, tiro i trim al
massimo, raramente lo faccio perchè la mia ala non gradisce molto il volo
lento. Parte una bolla, +1,5m/s; so di non poter sbagliare, conosco a memoria
il percorso che farà questo palloncino di aria calda salendo.
Salgo in una virata continua, strettissima, una spirale rovesciata verso
l'alto. Non appena ritorno sopra al decollo, faccio la foto che testimonia
l'avvenuta partenza. Dopo dieci minuti mi ritrovo ancora sopra il decollo con
il braccio destro a pezzi e ho appena guadagnato 400 metri di quota.
Qui la termica si corica e si sposta indietro verso S.Giacomo.
Quota 1440m. Prima di spostarmi faccio una foto all'ala e al paese di
Borgofranco.
….CONTINUA SUL LIBRO IN USCITA “LE ALI DELLA LIBERTA’” di S.Maruelli
|
|