UN VOLO A TRIANGOLO DI 40,2 KM

di Stefano Maruelli

 

inalmente, dopo i primi giorni di caldo afoso, di una estate che non sembrava potesse arrivare, c'è vento da Nord. Inizia a mezzanotte, so che domani verso le 12 cederà il passo alla brezza di valle ed allora saranno termiche dure per tutti i fortunati volatori del Lunedì...
Passo la notte rotolandomi nel letto, pensando a che tipo di percorso potrei fare. Forse la cosa migliore è un triangolo dichiarato, ho diversi percorsi pronti: 120, 104, 75 e 40 Km, tutti fattibili (nella giornata giusta...).
Il risveglio non è dei migliori: una serie di cirri sfilacciatissimi dal vento da Nord mi fa capire che le condizioni termiche della giornata non saranno delle migliori.
Dopo aver sbrigato alcune commissioni, arrivo in decollo e con orrore vedo un pilota francese sprofondare sotto la casa del cavallo. Che sia una giornata così brutta ?
Il caldo è micidiale, la manichetta si tende con la brezza da est per meno di cinque secondi, poi lascia il posto ad una calma quasi irreale.
Ne approfitto per compilare il modulo della dichiarazione di volo e, dopo aver strappato cinque diversi percorsi che ogni volta mi sembrano troppo lunghi, decido per il triangolo: Andrate - Torretta - Bialmosso - Andrate, magra soddisfazione: solo 40.2 Km.
Rimetto tutti i fogli e la cartina nella cartellina trasparente, faccio le foto dei moduli, tre per non sbagliare, poi infilo tutto nella tasca del seggiolino che serve per la tavola di irrigidimento e mi imbrago.
Faccio un pregonfiaggio, ma l'ala si arrotola su se stessa e mi arriva sui piedi senza nemmeno sollevarsi.
Queste sono le cose che rendono nervoso un pilota esperto, accaldato e pronto per lottare con termiche turbolente e traversi lunghissimi...
Vestito, come sempre, sudo, sudo e dopo aver rimesso a posto l'ala mi mangio le unghie in attesa di una folata termica. Nulla da fare: continue raffiche da est che arrotolano il lenzuolo azzurro.
Riporto un paio di volte l'ala sulla punta del decollo (lungo non più di 15m). Sono teso più di quanto dovrebbe esserlo la manichetta, ormai quasi rassegnato a fare una planata, sempre se riesco a far salire l'ala e a decollare con tutti i cassoni aperti !
Finalmente qualcosa mi dice che è il momento buono, gonfio con il vento di traverso e, dopo alcune peripezie per rimettere nel giusto assetto l'ala, mi ritrovo a limare le rocce sotto al decollo in una termodinamica inesistente.
Precipito.
Sotto, molto sotto al decollo: mi sono mangiato i primi 200 dei 500 metri di quota disponibili sull'atterraggio. Mi aggrappo ai freni, tiro i trim al massimo, raramente lo faccio perchè la mia ala non gradisce molto il volo lento. Parte una bolla, +1,5m/s; so di non poter sbagliare, conosco a memoria il percorso che farà questo palloncino di aria calda salendo.
Salgo in una virata continua, strettissima, una spirale rovesciata verso l'alto. Non appena ritorno sopra al decollo, faccio la foto che testimonia l'avvenuta partenza. Dopo dieci minuti mi ritrovo ancora sopra il decollo con il braccio destro a pezzi e ho appena guadagnato 400 metri di quota.
Qui la termica si corica e si sposta indietro verso S.Giacomo.
Quota 1440m. Prima di spostarmi faccio una foto all'ala e al paese di Borgofranco.
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