e giornate si accorciano, il sole perde
la vivacità e il tepore che aveva saputo regalare fin dai primi mesi
dell'anno e le termiche vanno in letargo...
Come scoiattoli premurosi facciamo il giro di tutte le edicole tre volte alla
settimana, nella speranza di vedere se il numero di XXXX (VOLOMANIACI
ASSOCIATI) è già uscito.
Dopo giorni di stressante attesa, finalmente eccolo. Lo apriamo e lo
sfogliamo con una certa fretta: è un mese che siamo a digiuno di nuove
notizie, delle novità del settore, ma soprattutto dei voli record, della
possibilità di andare in decollo e fare almeno un top-landing.
Davanti al caminetto iniziamo a leggere un racconto, quello che ci voleva per
farci termicare con la fantasia per chilometri e chilometri, per avere sul
corpo quella fantastica brezza che ci ridona il sorriso.
Ad un tratto mi ritrovo in decollo: la neve avvolge le montagne attorno a me,
le case, i prati, ricoperti da un caldo manto bianco... e la manichetta è
tesa come la corda di un violino, ma è soltanto ghiacciata.
Calpesto a fatica la neve per farmi una traccia larga mezzo metro per il
decollo: correre in 70 centimetri di neve fresca sarebbe impossibile, volare
con gli sci ai piedi non mi è mai piaciuto.
Il termometro indica 4°C, in ufficio morirei dal freddo, ma qui ho caldo,
devo togliere il piumino e appoggiarlo nella nicchia dove ho deposto il sacco
con il seggiolino e con il resto del materiale.
Inizio a stendere il croccantissimo spinnaker.
Gli scarponi affondano ad ogni passo, ma la tuta di gore-tex e le ghette
molto lunghe mi proteggono dall'umido impiccio. Il gracchiare dei corvi di
montagna richiama la mia attenzione: non stanno affatto battendo le ali !
Salgono, stanno prorpio salendo, tre, forse quattro metri al secondo, e non
sembrano volersi fermare.
Devo sbrigarmi, potrei perdere l'unica termica della giornata.
Faccio molta attenzione a non sudare, perch è una volta in volo con il vento
relativo la temperatura equivalente dell'aria scenderà a parecchi gradi sotto
lo zero.
Guanti, guantoni, passamontagna, tuta: tutti oggetti preziosissimi per
difendermi dal freddo, ma così ingobranti e poco pratici; difficile, ma
inevitabile, abituarcisi.
La termica si stacca proprio davanti al decollo e, dato che non c'è quasi
brezza di valle, sale in verticale come una perfetta torre di ghiaccio
trasparente, lasciando il decollo in pieno rotore.
I cassoni non sembrano volersi gonfiare e la nuova manichetta che ho piazzato
è sparata in verticale verso il cielo azzurrissimo: proprio un brutto momento
per decollare. Eppure la termica è lì che mi aspetta.
Guardo con rispetto i novecento metri di baratro che precipitano dieci metri
davanti a me.
Ho fatto migliaia di decolli da questo posto, ma mai come oggi sono teso,
nervoso, impaziente di andare in volo, eppure consapevole di dover effettuare
una serie di manovre con la calma più assoluta e con una decisione fondamentale.
Ho fatto la massima attenzione nel disporre la vela al suolo, evitando di
calpestare la neve su cui ho deposto i cordini, in modo da impedire che un
fungo di ghiaccio ne impigliasse qualcuno, facendomi abortire il decollo.
Un colpo di brezza: i cassoni scricchiolano e si gonfiano un po'. Inizio la
corsa che, oggi come mai, sembra interminabile.
L'ala sale male, molto peggio del solito, ma il breve tratto di neve battuta
non mi consente di fermarmi. So che posso metterela in posizione di volo al
prossimo passo, dopo che avrò corretto con il freno destro e con la bretella
sinistra... un errore e salterei di sotto.
Adesso sono in volo.
............ CONTINUA SUL LIBRO IN USCITA: LE ALI DELLA LIBERTA' di
S.Maruelli
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