TERMICHE BLU

di Stefano Maruelli

 

otte stellata, il vento da nord spazza le lacrime dal cielo. Si dorme bene nel caldo del proprio letto.
Dalle persiane socchiuse pernetrano le prime luci dell'alba di un giorno come tanti altri, per molte persone.
Per chi, invece, ha fatto delle proprie braccia ali e del proprio corpo un fuso aerodinamico, oggi è un giorno magico. Il cielo perfettamente terso, un gradiente termico verticale notevole, la primavera alle porte.
Solita routine di preparazione ad una giornata di volo, con un po' più di entusiasmo. Scarponi, guanti, vario, casco, sottocasco, tutto perfettamente schiacciato nello zaino, sempre troppo piccolo, ma sempre così pesante !.
E' un giorno lavorativo, molti dovranno sfogare alla sera la rabbia di aver perso un giorno favoloso per causa di quel maledetto lavoro...
Forse qualcuno avrà deciso di prendere ferie e mi farà compagnia in decollo.
La grossa manica a vento dell'atterraggio è ancora incerta se orientarsi da sud o da nord. E' presto, nessuno arriva mai in atterraggio prima delle 12.
Non posso più aspettare, devo salire in decollo, il recupero lo farò questa sera o domani, tanto questo ferro vecchio di moto non me lo ruba nessuno.
Il piano del decollo dei delta è, per noi parapendisti, un pessimo decollo, ma con un po' di esperienza si riesce ad andare in volo senza problemi e poi, in caso di un brutto giorno con inversione bassa, ci si può godere il piacere delle termiche blu, con i piedi che penzolano sul mare di nebbia: per mal che vada si fa una planata di 1200m di dislivello.
Comunque oggi la situazione è ben diversa: le termiche blu partono come petardi da quota 200 metri e si fermano chissà dove.
Le piante del decollo iniziano ad ondeggiare a cicli che si fanno sempre più regolari.
E' ora !
Nessuno si è visto in decollo; peccato, avrei preferito avere qualche compagno di volo, anche se oggi le termocavie non servono !
La manichetta si raddrizza, anche quella che c'è poco più in basso sulla punta di un arbusto al fondo della scarpata, segna brezza allineata al pendio e di buona intensità. Il ciclo termico è attivato, non attendo oltre: decollo.
Guadagno velocemente i primi 300 metri di quota restando nell'incertezza se continuare a salire come un ascensore, senza fare una sola virata, affondando semplicemente i comandi fino a raggiungere la minima velocità di volo, in modo da non uscire dalla termica, o se fare qualche 360°, così solo per non fare come chi si gode un giorno di bel tempo stando seduto in poltrona, con giornale e pantolfole. OK, attacchiamo il rock !
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