LE VECCHIE SIGNORE

di Stefano Maruelli

 

e giornate si allungano e il sole torna ad essere il padrone del cielo.
Il programma giornaliero è un po' diverso dal solito: dobbiamo inontrarci con Alex, un deltaplanista di Gressoney che al momento rappresenta nelle gare internazionali la promessa italiana; dobbiamo andare a volare ad Aosta.
Al capanno dei delta a Borgofranco (un piccolo hangar in miniatura completo di officina di riparazione) troviamo alcuni ragazzi che si preparano per andare al decollo di S.Giacomo.
Un cumulo condensa sul roccione a 2500m. Guardandolo attentamente si nota che è scarrocciato dal vento da est, ma si forma molto bene: l'alimentazione di aria calda gli proviene a cicli regolari, frequenti.
Sul versante a est della Cavallaria, il sole batte già a 90°, ma non c'è neppure un piccolo Pif ( cumuletto sferico di piccole dimensioni e breve durata). Strano, molto strano: tutti i versanti ad est dovrebbero essere quelli termicamente più attivi.
Se il vento predominante in quota resta da est, allora la zona di S.Giacomo sarà in sottovento per tutto il giorno e le termiche, scarrocciate in centro valle, permetteranno di salire 2 o 300m al massimo sul decollo, ma nulla più.
A giudicare dalla nitidezza del cielo e dalla quasi totale assenza di brezza di valle, sembrerebbe la giornata ideale per decollare da quì e andare in volo ad Aosta, ma Alex ha un appuntamento e quindi dobbiamo andarci in macchina. Peccato forse era il giorno buono per fare 70 Km.
Durante il viaggio Alex, che ha gia fatto parecchi voli Andrate-Aosta, ci spiega le traiettorie migliori per passare sopra le creste, evitando i sottoventi, e ci indica le zone dove si possono agganciare le termiche di servizio. La Regata weekend macina velocemente quei chilometri che, forse, un giorno riusciremo a scandire al lento ritmo delle termiche.
Finalmente siamo in atterraggio: un grosso prato vicino al cimitero di Aosta.
La giornata sembra ottima, una strada di piccoli cumuli condensa regolarmente sulle cime ancora abbondantemente innevate.
Troviamo anche Tonino che ha lasciato il lavoro per venire a godersi una giornata di volo.
La strada che sale al decollo 4 di Aosta è lunga e piena di curve. Le ruote, dopo qualche chilometro di asfalto tiepido, devono affrontare uno sterrato piuttosto pesante e in alcuni tratti ancora innevato.
Il decollo è esposto bene alla brezza, ma una termica che si stacca poco distante, nei giorni con poco vento come oggi, impedisce alla manichetta segnevanto di restare orientata nella stessa direzione per più di due minuti.
In queste condizioni è meglio aspettare che il ciclo termico sia in fase calante e che la brezza di valle prenda il sopravvento e raddrizzi per bene la manichetta, prima di dare il via a quei tre passi che portano in volo ala e pilota.
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