ono in decollo, come tante altre volte
preparo il materiale: stendo il parapendio, controllo i cavi, aggancio il
paracadute di emergenza, tutte manovre di routine che ormai sono diventate
quasi una noia, ma oggi l'aria ha un profumo diverso...
Il fruscio del vento tiepido che accarezza i germogli delle primule risveglia
in me sensazioni particolari.
E' ora, il sole è ormai allo zenit, i cicli termici sono diventati più
regolari, più potenti, ma restano invisibili. Gonfio lo straccio che, come
per incanto, si trasforma in un'ala e, come mi stacco da terra mi rendo conto
che oggi sarà una giornata di volo indimenticabile, come tutte le altre:
particolare e irripetibile.
Le termiche escono dal breve letargo invernale e si divertono a giocare a
rimpiattino: a volte si allontanano imprudentemente, ma dolcemente, in centro
valle, altre volte si coricano lungo i pendii soleggiati e, serpeggiando fra
i canali rocciosi, riprendono energia per salire velocemente al di sopra
delle creste.
I deltaplanisti in volo oggi non riescono a salire sopra al decollo;
l'aerologia della zona, che ho definito più volte "bizzarra" sembra
oggi più giocherellona del solito.
Vedo i miei amici girare freneticamente come tante formiche all'opera: chi a
destra, chi a sinistra, chi verso il pendio e chi verso la valle, alla
ricerca di una termica che sia degna del nome che porta.
Più le manovre per cercare di salire si fanno ostinate e più il gioco si fa
duro: le termiche sbucano dai loro nascondigli, colpiscono le semiali come
dei potentissimi dardi mettendo le ali a coltello e poi svaniscono nel nulla.
Il solito vento da est complica tremendamente il gioco...
In queste condizioni il morale di un pilota, abituato a giocare con un amico
leale, è messo a dura prova: ad ogni botta il vario si mette a strillare come
se si fosse in una termica potentissima, ma come ci si mette in virata per
salire sull'ascensore, si scopre che è già passato e si precipita nel pozzo
quadrato che sembra senza fondo.
Non ci si può fare nulla, bisogna attendere quegli interminabili tre o
quattro secondi in cui si precipita a 4 o 5 m/s prima di poter rimettere i
piedi su un pianerottolo da dove si cercherà di saltare sul prossimo
ascensore, che si spera non tardi a partire !
............ CONTINUA SUL LIBRO IN USCITA: LE ALI DELLA LIBERTA' di
S.Maruelli
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