onte Cornizzolo, ore 15.30: riunione
della Lega Piloti di deltaplano e parapendio per discutere sui regolamenti
gare e sul sistema di punteggio. Prima della riunione, però, c'è il tempo per
fare un bel volo. Siamo in molti in decollo e la giornata si preannuncia
buona.
Alle 10 decollano alcuni piloti della zona, ma le condizioni termiche sono
ancora deboli e non possono fare altro che girare davanti al decollo.
Alle 11 la situazione migliora, i laghi si increspano e una tiepida brezza
raggiunge l'erba del decollo.
E' ora di lasciare la terraferma.
Faccio un pregonfiaggio in modo da distendere bene l'ala al suolo e
controllare ancora una volta che tutti i cavi siano liberi, aspetto la folata
giusta e poi tiro con decisione i cavi d'acciaio.
L'ala, raggiunti i 15 Km/h, si soleva e si mette in posizione di volo e attende
le mie istruzioni. Termica a ore dieci.
Passo rasente sul decollo e accarezzo con i piedi l'ala dei miei amici poi
esco alla ricerca della termica di servizio. La brezza e forte e, dopo il
secondo giro in termica, mi accorgo di essere un po' troppo vicino al
pendio...
Continuo la virata, ben consapevole del fatto che una volta con il vento in
coda la mia velocità aumenterà notevolmente e il tempo di reazione dell'ala
ai miei comandi si farà davvero lungo.
La brezza è davvero forte: sto puntando il decollo a 60-70Km/h. Cerco di
completare la virata con il comando affondato, ma l'ala tarda a rispondere.
Tarda molto più del previsto, ma mi rendo conto che il pendio è ancora
lontano.
In un attimo i cinquanta o sessanta metri che mi separavano dalla terra si riducono
a due.
Uno e mezzo.
Uno
Cinquanta centimetri dal guardrail ...per un pelo...
La parte finale della virata avviene velocemente a causa della componente
frontale di vento.
Mi ritrovo basso sulle persone che, atterrite, stanno seriamente pensando di fuggire:
sto piccchiando in massima velocità.
Come un aereo da caccia in fase di bombardamento al suolo, la mia unica
chance di passare sopra alle antenne dei deltaplani, che sono due metri più
alte di me, è quella di prendere velocità fin tanto che posso e poi
trasformare l'eneria cinetica in energia potenziale rallentando l'ala al
limite dello stallo con una richiamata da cardiopalma.
L'energia cinetica che acquisto in ogni decimo di secondo in cui sono con i
comandi rilasciati, si trasformerà in qualche centimetro in più di risalita,
poi, se sarò fortunato, la termodinamica del pendio mi darà una mano.
….CONTINUA SUL LIBRO IN USCITA “LE ALI DELLA LIBERTA’” di S.Maruelli
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