LA RIVINCITA DEL BULL BALL

di Stefano Maruelli

 

giugno, la potenza delle termiche blu è ormai solo un ricordo della passata primavera. I cumuli che si addensano già di primo mattino sui versanti soleggiati riducono il plaffond a 1600m, troppo pochi per poter pensare di fare un volo di distanza, ci si deve accontentare di girare nella stessa termica per tutto il giorno...
Fortunatamente sta entrando una bassa pressione e il vento da nord-est che la precede ha, come sempre, spazzato bene il cielo.
Questa mattina le termiche condensano a 2300m e sembra proprio che con il passare delle ore la base dei cumuli continui ad alzarsi.
Nessun cenno di degenerazione, si prospetta un volo movimentato !
Ho ancora in corpo il desiderio di prendermi la rivincita sul P3 di C. e dimostrargli che, anche con un mezzo meno efficiente, si può andare molto lontano, molto più lontano...
So che la mia ala è ormai sorpassata: se non fosse stato per quei 3.700.000 da sborsare, forse volerei anch'io il P3, ma ho preso dei contatti con la Paradelta per un Bat Bitch, forse arriverà prima della fine dell'estate.
Salgo con i deltaplanisti in decollo. Tutti i miei amici parapendisti sono a volare altrove, in zone prestigiose: le Dues Alpes, St.Hilaire du Tuvet... là è facile fare 2000m di quota sul decollo e planare per piu' di venti chilometri, ma i veri piloti arrivano a farne anche piu' di 80 !
Dopo lo stres di dover aspettare che i primi "incroci di tubi" partano per la planata ("...piuttosto turbolenta!" diranno i "polli" che solo fra qualche anno capiranno cosa si sono persi...), mi preparo per il decollo.
S.Giacomo è un posto estremamente brutto per decollare con il parapendio: un piazzale piano e poi una scarpata molto breve a 45ø. Bisogna stendere l'ala in modo da essere abbastanza vicini al bordo, una volta imbragati; nella fase di gonfiaggio l'ala resta per la prima parte della salita in rotore, quindi non sempre si gonfia bene e come se non bastasse, dopo due passi ci si trova sulla scarpata con i cordini che strisciano sulle pietre del bordo !
Quando, però, l'ala è ben gonfia, si solleva violentemente in una ottima termodinamica e, inevitabilmente, strattona il pilota facendolo ritornare sul piano del decollo. A questo punto non resta che dare una velocissima controllata con i freni per stopparla sopra la testa, poi massima velocità e via !
Molti deltaplanisti sorridono nel vedere un decollo con top landing incorporato, ma è l'unico modo per partire in sicurezza con il parapendio completamente aperto.
Qui ho visto molti ragazzi finire nei rovi al fondo della scarpata perchè gonfiavano l'ala come se fossero stati sul pendio erboso di una collinetta. Non facevano altro che correre,... correre senza controllare nè correggere l'ala...
Forse è quello che hanno loro insegnato ai corsi," 7 giorni, 500 pepite d'oro": pochi voli e tante parole inutili: tira, molla, stalla. Tutti sanno però chi è il signor Coriolis, quello dell'omonima accellerazione che porta così grandi mutamenti nelle traiettorie lungo le rotte meridiane, che i parapendisti usano spesso, volando a trenta all'ora: ....polo-equatore in un sol fiato in 3456 giorni !
Già, chi conosce la fisica sa benissimo che le forze di coriolis si fanno sentiere sui venti, causando dei flussi vorticosi che tendono ad avvilupparsi a mo' di spirale sia nei moti a quota costante che in quelli verticali, ma questo poco importa al povero ragazzo che sta cercando di decollare e pensa che, se gli avessero insegnato come si vola, adesso sarebbe molto più tranquillo...
Forse un giorno gli istruttori saranno piu' preparati, forse piu' istruiti, visto che ora la maggior parte ha appena la terza media.
Sono in volo. La termica davanti al decollo sembra proprio buona................... CONTINUA SUL LIBRO IN USCITA: LE ALI DELLA LIBERTA'