IL GRANDE VOLO DA CHAMONIX A VERBIER

di Stefano Maruelli

 

ome ormai di rito, con l'arrivo delle perturbazioni da sud io e C. migriamo come gli uccelli, cercando di volare stando sempre davanti al fronte caldo e di godere dei benefici della zona di aria instabile.
Oggi, venerdì, siamo ad Andrate; la perturbazione pre-frontale in arrivo ci regala ancora un giorno di bel tempo e 1200 metri di guadagno di quota sul decollo, troppo pochi per poter pensare ad andare lontano, ma sufficienti per giocare a lungo con l'aria !
Mi limito a 4 ore di volo, atterro dopo il tramonto sotto gli occhi stupiti dei deltaplanisti, che sempre di più stanno familiarizzando con le strane forme delle nostre nuove ali.
Domani il fronte caldo, che porta con sé stratocumuli a bassa quota, coprirà tutto il nord d'Italia e sarà impossibile volare, ma al di là del confine, al di là delle Alpi...
Decidiamo di andare a CHAMONIX, speriamo che gli oltre 4000m della catena del MONTE BIANCO siano sufficienti a fermare la perturbazione.
Sabato, ore 7.30, partiamo con tutta l'attrezzatura sul furgone: due giorni a CHAMONIX. Solitamente siamo più euforici, ma oggi la pioggia ci lascia perplessi; dobbiamo aspettare il verdetto, all'uscita degli undici chilometri di traforo... La solita scommessa: "Ci sarà già qualcuno in volo ?" in realtà nasconde l'incertezza sulla meteo, sarebbe un peccato buttare via una giornata... Urla di gioia alla fine del lungo buco, quando, dopo la solita intossicazione da smog, apriamo i finestrini e scorgiamo un cielo da sogno !
E' presto; possiamo fare colazione, una passeggiata in centro, uno sguardo alle vetrine, ai posters di CATERINE DESTIVELLE, campionessa mondiale di arrampicata sportiva, il sogno proibito del mio amico...
Ore 11, siamo in decollo e qualche para ha già fatto i primi 600m di quota; C. mi incita: "Dai ! Vai a mordergli il seggiolino !" Obbedisco e in meno di 5 minuti arrivo sopra a tutti, ma oggi il difficile è salire sopra al BREVENT.
Decido di fare la massima quota e poi di provare a spostarmi nei soliti canaloni, sotto i cavi della teleferica, là dove le termiche crescono come i funghi velenosi. Da dieci minuti sto volando in compagnia di un pilota niente male, non ci diamo affatto fastidio; le forti turbolenze non lasciano spazio ad una termica decente; restiamo per parecchi minuti a giocare fra di noi, facendo la barba all'erba del pendio.
Poi la solita bomba made in CHAMONIX ! Qualche pilota dice di aver letto sul variometro +14m/s. Forse esagera, so solo che la lancetta del mio variometro scompare tutte le volte !
Si guadagnano 500m in pochi secondi, si sale sempre troppo velocemente ed è inevitabile prendersi una chiusura da cardiopalma alla fine della salita, fuori dalla termica. La solita piega a ferro di cavallo e poi lo schiaffo violento di una semiala che si chiude e si riapre in una frazione di secondo...
Sono fuori.
….CONTINUA SUL LIBRO: “LE ALI DELLA LIBERTA’” di S.Maruelli