na falesia lunga 20 Km, alta poco più di
700m, esposta perfettamente al sole da mattina a sera, non può che essere la
mecca di parapendisti e deltaplanisti di tutto il mondo. Imbottite le
macchine di tutto il materiale necessario, partiamo alla volta di nuovi
orizzonti.
L'arrivo all'atterraggio di ST.HILAIRE alle 4 del mattino, dopo una notte
passata al volante, non è dei più raggianti: il cielo è coperto e sembra
quasi che stia per piovere...
Alle 10 usciamo dalle macchine con le ossa a pezzi e una smorfia sul viso che
lascia trasparire dai volti la tipica espressione: "ma chi ce l'ha fatto
fare !".
Alcune schiarite lasciano però intravvedere una timida possibilità di volare,
siamo fiduciosi che presto tornerà il sole.
La funicolare che si arrampica in decollo è un vero cimelio da intenditori:
panche di legno, finestrini con spifferi Incorporati, buchi nel pavimento...
Il rumore metallico delle ruote che saltano al cambio di binario, dove le due
vetture si incrociano, coglie di sorpresa quelli che, come me, prendono per
la prima volta il carrozzone.
Alcune ali sono già in volo e, a quanto pare, riescono a veleggiare per
qualche decina di minuti. I colori fluo non sono ancora di moda e le sacche
dei parapendio sono delle più svariate misure: dallo zainetto da passeggio
allo zaino da montagna, alla borsa da viaggio. Per volare a St.Hilaire è
obbligatorio acquistare una tessera di volo, che viene rilasciata dal negozio
a pochi metri dal decollo.
Entriamo nel negozio dei sogni; alcuni di noi hanno già il tesserino e lo
mettono in mostra, come una sorta di patente di grado superiore, mentre altri
giovani piloti, come me, devono mettersi in fila per ottenere il prezioso
foglietto. Curiosare fra capi di alta moda per la montagna e i preziosi
gadget per il volo sembra comunque essere un rito propiziatorio che viene
rispettato da tutti i piloti.
….CONTINUA SUL LIBRO: “LE ALI DELLA LIBERTA’” di S.Maruelli
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