di Stefano Maruelli
o e il mio fedelissimo COMET 27 nove cassoni abbiamo ormai
più di 300 voli.
Insieme siamo decollati in quasi tutte le condizioni: sulla
neve, sulle rocce, fra gli arbusti, con e senza vento,
compiendo voli di oltre 2000 metri di dislivello.
Io mi preparo, mi imbrago, controllo il vento e poi corro;
lui si gonfia, io freno e lui rallenta; io decido di
atterrare e lui mi posa delicatamente al suolo; è un amico
fidato e spesso è pronto a perdonare i miei errori.
Una inevitabile tappa del mio cammino di volatore è il
decollo da una montagna di 4000m, ovviamente la più facile
tecnicamente.
I 4000 in Europa sono molti e dovendo scegliere a tavolino
inizio da quelli più vicini, ma la mia montagna deve avere
caratteristiche ben determinate:
- una cima sufficientemente ampia per consentire di stendere
l'ala ed effettuare tutti i controlli senza troppi problemi
e di decollare senza l'aiuto di un compagno, con un
sufficiente margine di sicurezza.
- un'aerologia tranquilla e prevedibile e per questo scarto
subito la catena del Monterosa.
- un pendio senza grandi irregolarità o colli alti da
sorpassare e deve avere delle ampie zone di atterraggio,
possibilmente dislocate a quote intermedie in modo da poter
effettuare atterraggi di emergenza anche a quote elevate.
L'esperienza maturata in montagna mi dà una mano e, dopo una
breve ricerca, la scelta cade sul conosciutissimo GRAN
PARADISO: 4061m di altezza, ampio decollo da 4040, da un
bellissimo pendio nevoso non troppo inclinato, almeno sulla
carta, su cui stendere l'ala.
Prima di preparare il volo mi fermo a fare alcune
considerazioni: per raggiungere il decollo ci si deve
portare piccozza, ramponi, corde e chiodi, per un totale di
circa 10 Kg, oltre all'abbigliamento e al mangiare, quindi
per decollare dai 4000m bisogna avere un minimo di
preparazione atletica e fin qui nessun problema visto che è
tutta l'estate che corro su e giù per le montagne.
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